Per lavorare oltre le differenze è importante conoscerle bene.
L’obiettivo di educare all’inclusione è ricorrente nella società di oggi ma soprattutto nelle scuole che sono il primo luogo di socializzazione tra i bambini.
Proprio a scuola, ma già dall’asilo nido, i bambini imparano a confrontarsi con i propri pari e si approcciano al senso di gruppo.
Cos’è l’inclusione
Educare all’inclusione non riguarda soltanto la disabilità o la nazionalità, ma si estende ad un spirito accogliente e comprensivo nei confronti del diverso che si traduce in buone pratiche quotidiane nei vari contesti della nostra vita.
Pennamagenta è stato concepito fin dall’inizio come un luogo dedicato al tempo libero per i bambini che tutti possono frequentare per giocare e divertirsi insieme agli altri e non abbiamo mai fatto distinzione di origine o comportamenti. Abbiamo piuttosto colto nella possibilità di accogliere tutti i bambini una grande opportunità per tutti di imparare a vivere la diversità con estrema naturalezza.
La normalità
Un luogo libero e flessibile come Pennamagenta permette di incontrare bambini sempre diversi nelle loro caratteristiche e di tutte le età. I servizi incontrano le esigenze delle famiglie senza obblighi e limiti.
Anzi prevediamo attività così generiche e del tutto pratiche da essere interessanti e realizzabili da tutti.
I nostri laboratori sono pensati per offrire momenti di gruppo e confronto tra i bambini e trasmettere i valori educativi che supportano il nostro progetto con la creatività e la comunicazione.
Questo approccio ci aiuta a rendere normale ai bambini anche ciò che è diverso per le proprie ragioni.
La diversità
Il tema dell’inclusione abbraccia tanti contesti come la disabilità, la condizione economica e sociale e il colore della pelle.
E’ facile per un bambino approcciarsi con la diversità dentro e fuori la scuola, ed è difficile non abituarsi ad una società sempre più globalizzata e per certi versi problematica.
Ma la diversità porta con sé tante sensazioni che per i bambini risultano speciali: accettazione, apertura, aggregazione, curiosità, inclusione, appunto. E molti adulti dovrebbero prendere esempio dagli atteggiamenti dei bambini, liberi dai pregiudizi e dalle paure e aperti alla diversità e alla comprensione.
“Cristina ma come si fa?”
Quando pensiamo alla scuola automaticamente la nostra mente va a considerare le conoscenze, le materie e la dimensione della performance.
In realtà, la scuola è uno spazio molto più complesso e non si riduce alle discipline e ai voti.
La scuola è una realtà che educa e che forma l’animo umano trasmettendo valori e principi.
Per questo la scuola non può rinunciare o non lavorare sul principio di inclusione. L’inclusione permette di potenziare la partecipazione e il coinvolgimento degli alunni per far emergere le capacità di ognuno.
Ogni studente ha la sua personalità, le sue risorse e le sue caratteristiche. È fondamentale dare spazio a tutti rinunciando a categorie o schemi troppi rigidi che portano all’esclusione.
Inclusione non coincide con integrazione
Prima di continuare penso sia importante fermarsi su una differenza concettuale.
L’inclusione non coincide con l’integrazione. Nel paradigma dell’integrazione è la persona che si adatta all’ambiente attraverso degli aiuti specifici. Nel paradigma dell’inclusione è l’ambiente che si adatta alle persone.
Lavorando sull’inclusione doniamo ad ogni alunno occasioni e opportunità per esprimere il proprio potenziale senza percepire differenze che possono pesare e influenzare l’autostima.
“Ma come si fa? Nella mia classe ci sono più di 20 alunni… come faccio a creare una lezione per ognuno?”
È sicuramente un pensiero che rispecchia la realtà e il duro lavoro degli insegnanti. Tuttavia, lavorare sull’inclusione prevede un cambio di prospettiva che abbraccia strategie che possono essere implementate con efficacia senza impazzire.
Strategie didattiche inclusive
– Offri una regola valida per tutti, in questo modo non si evidenziano i limiti
– Sviluppa spiegazioni in grado di stimolare le intelligenze multiple
– Proponi una varietà canali di espressione utilizzabili da tutti. Così lo studente può scegliere con assoluta libertà e tranquillità il suo canale preferito. Ricorda: lo stesso concetto può essere trasmesso attraverso tante modalità!
Gli interventi inclusivi ricadono sul sistema e sul contesto e non sulla singola persona.
Lo scopo della scuola inclusiva è quello di mettere al centro il valore della diversità e non i suoi limiti proteggendo il senso di autoefficacia di ogni studente.
La scuola è il luogo delle possibilità e dello sviluppo per questo è necessario superare l’idea di “normalità” di una didattica basata sull’uniformità.
Mettiamoci in gioco e accendiamo la creatività nel processo dell’apprendimento!!