Il dolore è qualcosa che tutti abbiamo vissuto attraverso un lutto, una separazione, un incidente o qualsiasi evento difficile che investe e cambia la quotidianità di una famiglia.
Oggi sembra che paura e tensione non vogliano proprio abbandonare la nostra quotidianità, e il momento ci impone un compito arduo: aiutare i bambini a comprendere le situazioni difficili e dolorose.
La percezione del dolore
Facciamo una distinzione tra un evento doloroso famigliare e un evento che investe tutti senza distinzione, come l’emergenza sanitaria o ancora la guerra in corso molto vicino a noi.
Mentre un dolore familiare può esprimersi con emozioni come la tristezza e la rabbia, gli eventi globali come la pandemia o un conflitto possono incutere nei bambini emozioni come la paura.
Le reazioni dei bambini agli eventi storici, e dunque la loro comprensione dell’accaduto, dipendono prima di tutto dall’età del bambino.
In tenerissima età non c’è la stessa percezione degli eventi come nei bambini di 6-7 anni.
I primi comprendono l’accaduto paragonandolo ad una favola, mentre i bambini più grandi, anche grazie alla scuola, vivono gli avvenimenti come più concreti e reali.
Perché parlare del dolore
Spiegare un contesto doloroso e difficile coinvolge dunque la sfera emotiva e la comunicazione non verbale
Per parlare ai bambini di alcuni argomenti è fondamentale capire che il dialogo si realizza non solo con le parole ma anche attraverso le emozioni che si esprimono attraverso il racconto.
Per questo motivo è bene che chi si prende il compito di spiegare ai bambini alcuni eventi sia una persona capace di relazionarsi ai bambini con calma e vicinanza emotiva, che sia capace di modulare i toni abbinando le parole a gesti e toni della voce coerenti.
É un momento delicato, in cui non stiamo semplicemente fornendo delle informazioni ma stiamo dando sostegno al bambino e dobbiamo rassicurarlo.
A differenza degli eventi privati e personali che, erroneamente, potremmo decidere di nascondere ai bambini, gli eventi storici hanno un grande impatto sulla nostra vita sociale che per un bambino è impossibile rimanerne escluso.
I bambini ne parlano a scuola, tra di loro e con gli insegnanti, e noi adulti, sempre connessi, siamo investiti continuamente da informazioni e aggiornamenti tanto da non riuscire, a volte, a resistere ai commenti davanti ai bambini.
Come parlare del dolore
Partendo dal presupposto che è necessario dare una spiegazione ai bambini di quanto accade intorno a loro, è altrettanto necessario trovare le parole giuste per spiegare loro il dolore.
Molto dipende anche dalle nostre abitudini comunicative quotidiane in famiglia.
Alcuni adulti danno molta più importanza alle parole rispetto che ai gesti, che invece sono fondamentali nella relazione con i bambini, che, non dimentichiamolo, imparano prima di tutto attraverso il linguaggio non verbale.
Un altro aspetto fondamentale da considerare è il modo in cui di utilizzano le parole in famiglia. Alcuni adulti parlano dando semplicemente informazioni, mentre altri sono abituati ed aperti al dialogo con i bambini in qualsiasi contesto, anche quello che affronta tematiche dolorose e difficili.
Il primo presupposto è quello di mettersi al livello dei bambini e considerare la comunicazione non fatta solo di parole ma anche di gesti ed emozioni.
Come scrive Anna Oliverio Ferraris “l’adulto deve sforzarsi di ritrovare in sé il bambino che è stato”.
C’è un’altra condizione fondamentale da seguire: non dare troppe informazioni!
Parlare si, ma troppe parole e dettagli dell’evento diventano controproducenti.
Ricordiamo che il nostro obiettivo è quello di indirizzare i bambini nelle situazioni difficili al fine di rassicurarli nella percezione degli eventi e delle emozioni in un contesto doloroso.