L’ambiente a misura di bambino è un punto cardine della pedagogia montessoriana.
Ambiente, processi ed educatori sono il sistema su cui Maria Montessori ha basato il suo metodo che ancora oggi risulta valido e innovativo per la dimensione cognitiva e sociale dei bambini.
Un ambiente a misura di bambino
Per la pedagogia montessoriana la realizzazione di un ambiente preparato scientificamente permette lo sviluppo di ogni abilità, dove ogni bambino può essere stimolato e divertito in un contesto a misura per lui.
Uno spazio per bambini che rispetta i loro tempi e i loro ritmi, ma soprattutto che vuole favorire l’autonomia e l’indipendenza.
“Non v’è ambiente sociale nel quale non vi siano individui che abbiano esigenze e livelli diversi.” M.M.
L’opera nazionale montessori descrive perfettamente il concetto di ambiente secondo la pedagogia originale, facendo principalmente riferimento ai contesti scolastici che attraverso la sperimentazione libera e indipendente, possono conoscere e imparare in maniera concreta.
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L’ambiente a misura di bambino è un ambiente prima di tutto accogliente negli spazi, che permette al bambino di muoversi in maniera autonoma e coerente con il suo sviluppo psico fisico.
Le caratteristiche sono:
- accoglienza, intesa come loro percepiscono lo spazio;
- leggerezza, che fa riferimento alla loro capacità fisica di movimento;
- disponibilità, riferita alla proporzionalità di oggetto e arredi con l’età degli ospiti.
Un ambiente destinato al gioco deve essere prima di tutto pensato in forme ridotte e senza pericoli.
Questo serve per dare ai bambini la possibilità di muoversi in libertà e di scegliere dove e come sviluppare il gioco.
Il materiale è quindi collocato a completa disposizione dei bambini e prevede un utilizzo semplice e senza intralci, sia fisici che cognitivi.
Ecco perché le attività di Pennamagenta si sviluppano su tappeti e cuscini, tavolini e sgabelli leggeri facili da trasportare e adatti ad ogni fascia di età.
Le attività di vita pratica
Alla base della pedagogia montessoriana c’è la concezione dell’ambiente non come uno spazio fine a se stesso ma come luogo dove tutti gli stimoli sono utili all’apprendimento trasversale.
In questo senso con Maria Montessori si parla di “educazione alla vita” perché i processi all’interno di un ambiente di qualità devono essere attività che permettono al bambino di imparare ad imparare.
Ecco perché la pedagogia montessoriana fa riferimento ad attività di vita pratica: ogni strumento è fonte di sviluppo, dove lo sviluppo non è solo cognitivo, ma anche fisico, psicologico e sociale.
Non è un caso se da Pennamagenta trovi uno spazio interamente dedicato al gioco simbolico, utilizzato da tutte le fasce di età dove è molto comune osservare bambini di età diverse giocare insieme.
Uno spazio definito
Non basta realizzare un ambiente a misura di bambino. In una ludoteca che accoglie bambini di tutte le età lo spazio deve essere ben definito, perché il bambino possa riconoscere facilmente l’ambiente adatto a lui e facilitare l’esplorazione.
Anche questo permette all’educatore di osservare le preferenze dei bambini durante la scelta, lo sviluppo del gioco per il singolo e come questo di comporta all’interno del gruppo.
I colori
I colori sono una caratteristica molto controversa nel settore dell’infanzia: i pedagogisti più classici fanno riferimento ad un ambiente assente di colore perché il bambino possa concentrarsi solo ed esclusivamente sulle attività e sui processi.
In verità, anche grazie alla psicologia ambientale, oggi sappiamo che non si tratta solo di estetica generale, ma che i colori influenzano l’umore, il benessere emotivo, la produttività, la memoria e l’apprendimento di una persona.
Si dà, dunque, un nuovo valore ai colori all’interno degli spazi educativi, che secondo il metodo montessori devono essere accoglienti, attraenti e suscitare interesse, purché siano colori che favoriscono la calma e il rilassamento.