In questo strano periodo abbiamo sentito parlare tantissimo del senso responsabilità, un concetto che, ora più che mai, si rifà al senso civico, il rispetto delle regole e quindi degli altri individui.
Abbiamo visto come il senso di responsabilità sia venuto a mancare, senza alcuna correlazione con l’età anagrafica dei soggetti, o al contrario sia stato troppo, spingendo le alcune persone verso l’isolamento o addirittura la detenzione domestica.
In generale, le famiglie con bambini sono state estremamente responsabili, seguendo regole e tempi con grande diligenza, nonostante proprio le famiglie con bambini hanno fatto gli sforzi più grandi per affrontare questa quarantena tra lavoro in smart working, o peggio in cassa integrazione, didattica a distanza, faccende domestiche e tutto il resto.
“Educare alla responsabilità” di Anna Oliverio Ferraris
Per affrontare un tema così importante ed estremamente attuale, questa volta abbiamo scelto di fare riferimento alla riflessione di Anna Oliverio Ferraris sul numero di Mind di maggio 2020, il mensile di psicologia e neuroscienze edito da Le Scienze.
Anna Oliverio Ferraris è psicologa, psicoterapeuta e scrittrice organizza e partecipa a seminari, corsi, conferenze, incontri con insegnanti, genitori e alunni delle scuole. E’ stata ordinario di Psicologia dello sviluppo presso l’Università di Roma “Sapienza” dal 1980 al 2010, ha diretto e collaborato con diverse riviste di psicologia e ha scritto numerosi volumi sulla materia.
Per Anna Oliverio Ferraris “il senso di responsabilità è il risultato di un percorso dove i modelli familiari, scolastici e sociali hanno, insieme alle esperienze dirette, un ruolo fondamentale” considerandolo un processo che si forma attraverso il rapporto anche emotivo tra gli adulti e il bambino e che passa anche per le percezioni delle norme della convivenza civile.
“Genitori spaesati”
La riflessione si concentra sui “Genitori spaesati” come cita l’articolo, partendo dal presupposto che la coerenza tra tutti gli attori che contribuiscono allo sviluppo educativo del bambino è indispensabile.
Se tutti tra famiglia, scuola e società trasmettono gli stessi valori, allora “il senso di responsabilità si sviluppa naturalmente. […] Diverso è invece quando, di fronte ad una varietà di modelli contrastanti, bisogna sforzarsi di aderire a principi etici, umani e civili.”
Esistono genitori che non coltivano nei figli il senso di responsabilità per diversi motivi:
- loro per primi non credono che ne valga la pena, e dunque avranno un‘eccessiva tolleranza che li porta a gratificare ogni desiderio dei propri figli;
- hanno il timore di non essere accettati dai propri figli qualora richiedono il rispetto dei propri principi e valori fondamentali tanto da essere angosciati dai malumori dei figli.
Su questo punto al Oliverio Ferraris non ha dubbi: “un buon genitore è colui che un <<Io>> sufficiente forte da non farsi mettere in crisi da qualsiasi forma di dissenso” proprio perché “gli effetti della buona educazione non si vedono nell’immediato ma sui tempi lunghi”.
Da cosa dipende questa scarsa responsabilità?
Un fattore rilevante è sicuramente il mondo dei media e del marketing che propone anche ai bambini ancora piccoli spettacoli inadatti, senza controllo e a dismisura, che comportano atteggiamenti da parte dei bambini dominati da ansia acquisitiva e timore di non poter avere quello che hanno gli altri.
Questo ha due conseguenze:
- individualismo e narcisismo che mette in prima linea i propri desideri contro un processo di maturazione del senso di responsabilità;
- un clima di “deregulation” che fa percepire i messaggi che fanno appello al senso del dovere come obsoleti e insensati.
“Esercizi di responsabilità”
Gli educatori hanno un ruolo fondamentale, poiché hanno il compito di spronare i giovani a comportarsi in modo responsabile creando un contesto favorevole.
Due sono gli aspetti fondamentali che sostengono un processo di assunzione delle responsabilità:
- la fiducia che gli altri ripongono in noi, che permette di considerarci soggetti capaci di assumerci delle responsabilità. “Colui a cui viene attribuita una responsabilità cerca di non deludere chi crede in lui. L’affidamento che gli altri fanno su di noi agisce, dunque, come carburante motivazionale”;
- i punti di riferimento di cui abbiamo bisogno nel contesto in cui viviamo e che danno senso al nostro agire. “Essere apprezzati per quello che facciamo, oltre che per quello che siamo, è un’esigenza psicologica fondamentale”.
Secondo la professoressa, può essere assolutamente controproducente tenere i bambini e i ragazzi lontani dalle responsabilità, sopratutto in un contesto tecnologico e digitale che smaterializza la realtà.
Non ci stancheremo mai di dirlo e questa volta rafforziamo il concetto riportando le parole di chi ha dedicato una vita alla ricerca e allo sviluppo dei bambini Anna Oliverio Ferraris: DARE FIDUCIA AI BAMBINI LI AIUTA A DIVENTARE PIU’ RESPONSABILI.