Togliere il pannolino rappresenta una delle tappe più importanti dello sviluppo nella crescita del bambino.
Un passo verso l’indipendenza da affrontare con tranquillità e serenità, rispettando i tempi e ascoltando i bisogni dei più piccoli.
Normalmente lo “spannolinamento” si introduce nella prima estate successiva al compimento dei 2 anni.
Far coincidere questo momento particolare con una temperatura calda e mite ha una sua utilità pratica, perché il bambino proverà giovamento nello stare scoperto, anche solo con le mutandine, e sarà così pronto a far fronte alle piccole “urgenze”.
A volte si può provare a togliere il pannolino a 18 mesi di età, in cui i diversi processi di sviluppo si concretizzano dando luogo a capacità come:
– autonomia motoria;
– abbassarsi e rialzarsi i pantaloni;
– rifiutare il pannolino;
– avvisare l’adulto della necessità di compiere i propri bisogni.
Rispettiamo i tempi
La prima cosa da capire è se il bambino è pronto per questo passo, cercando di non forzare troppo poiché il rischio è di ottenere l’effetto opposto.
I tempi cambiano da bambino a bambino; a tal proposito non bisogna allarmarsi se non saranno brevi come previsto.
Quando pensiamo che sia arrivato il momento giusto per accompagnarlo in questa nuova autonomia proviamo a proporre al bambino questo cambiamento.
Può capitare che la decisione arrivi dal bambino stesso; in questo caso va assolutamente assecondato.
In ogni caso, quando pensiamo che sia arrivato il momento, è meglio partire senza ripensamenti ed essere coerenti con la decisione.
Si decide il giorno in cui iniziare l’impresa e da quella mattina il pannolino non si mette più.
Non sarà facile, ma non bisogna scoraggiarsi!
Anzi, è sconsigliato tornate sui propri passi e rimettere il pannolino, così come lo è trascorrere un giorno con e un giorno senza.
All’inizio le risposte saranno un po’ casuali.
Può capitare che il bambino rifiuterà di fare pipì sostenendo che non ha bisogno per poi farla addosso dopo 5 minuti.
Per la cacca, il problema é un pò diverso: bisogna partire da un’osservazione del momento della giornata in cui il bambino ha questa esigenza e proporre una routine rispettosa del suo orario, proponendo qualche minuto sul vasino, magari in compagnia di una lettura. Non è detto che funzioni, ma è comunque una buona abitudine.
Quando arrivano i successi bisogna festeggiare e premiare il bambino con parole affettuose, baci e calore.
Dobbiamo munirci di tanta pazienza e coerenza.
Solo con la pratica e la sgradevole sensazione per il bambino, il tiro si aggiusterà in breve tempo.
Di solito, ai 2 anni compiuti, in circa 10 giorni si attendono già buoni risultati, ma è un dato semplicemente indicativo.
Gestire gli incidenti
Ricordiamo spesso al bambino che è senza pannolino.
Chiediamogli se scappa la pipì o la cacca, sopratutto nei momenti di gioco, perchè sarà tanto concentrato da non pensare allo stimolo.
Ovviamente bisogna mettere in conto gli incidenti di percorso ed è importante gestirli al meglio per non far sentire il bambino incapace o inadeguato, anche perché alcuni bambini vivono l’incidente come un fallimento, perciò è importante rinforzare le sue capacità e la sua autostima.
Uso del vasino o riduttore
L’uso del vasino o riduttore è assolutamente soggettivo.
Il “vasino” è l’intermediario tra pannolino e water, generalmente più rassicurante, poiché è gestibile dal bambino stesso, può essere spostato ed è più alla sua portata per potersi sedere.
Anche il “riduttore”, se accettato è un valido strumento. Può accadere che in un determinato ambiente il bimbo preferisca uno piuttosto che l’altro oppure alternarli a seconda dei momenti.
Il water viene invece visto dal bambino come una cosa “da grandi” perchè lo usano gli adulti intorno a lui, i fratellini o le sorelline maggiori e alcuni bimbi si sentono subito pronti ad usarlo, altri no.
Certamente, con i loro tempi, abbandoneranno il vasino. Garantito!
E’ un lavoro di squadra
L’atteggiamento propositivo e fermo dei genitori è sempre vincente. Bisogna dunque essere presenti, costanti e accoglienti.
Una variabile fondamentale variabile nello spannolinamento ce la offre di solito la collaborazione dell’asilo nido frequentato dal bambino oppure dai nonni, in quanto durante questa attività occorre l’aiuto di persone che sono con il bambino tutto il giorno, evitando momenti destabilizzanti.