Il ruolo dei padri nella crescita dei figli è un argomento serio.
Perché la famiglia è tutto quello che i genitori decidono di essere. Ma molto di quello che si pensa dei padri è un mero luogo comune da sfatare.
“Padri e figli” di Anna Oliverio Ferraris
Il rapporto che il “genitore maschio” instaura con il proprio figlio dipende da tanti fattori, primo di tutti la volontà della madre di dare spazio all’altro nella cura e nella crescita della nuova vita arrivata.
Il secondo fattore è l’esperienza diretta del papà con il neonato, per percepire in prima persona le sue reali esigenze, i suoi ritmi, le sue specificità e la sua diversità.
In piena controtendenza con l’abitudine secolare di dare la cura del neonato esclusivamente alla mamma, i padri di ora, tra emancipazione femminile e parità di genere, sono sempre più coinvolti nella cura della famiglia sin dalla nascita dei propri figli.
Parità di ruoli
Per molti papà la nascita del proprio figlio è un momento di scoperta emozionante e compresso: un’esperienza nuova, che non solo li mette in una posizione simile a quella della madre, ma permette loro di fare esperienza diretta con la nuova vita e capire fino in fondo i tempi e le esigenze del proprio figlio sin dalla nascita.
Contemporaneamente i padri vivono una sfida importante con loro stessi, sperimentando a volte il timore di sbagliare, la sensazione di essere fuori luogo, e il giudizio delle donne talvolta troppo esigenti e intolleranti.
Infatti, nonostante il cambiamento radicale della dimensione familiare odierna, il ruolo del padre con il neonato è prevalentemente determinato dallo spazio e dal tempo concesso dalla madre. Un rapporto che può essere scoraggiato per paura e mancanza di fiducia nei confronti del padre, ma anche dall’impazienza da parte della madre di vedere lo svolgimento dei compiti necessari alla cura del neonato da parte del padre che rasentano la perfezione.
In questa fase delicata è invece necessario essere pazienti, spalleggiarsi e incoraggiarsi a vicenda, dividere le responsabilità e condividere le scelte che riguardano il bambino appena nato, seguendo le pochissime regole imposte e facendosi trascinare da un’esperienza di vita unica e ogni volta diversa.
I bambini già da piccoli riconoscono mamma e papà dalla voce, dal modo in cui li cullano e dal loro odore della pelle ed instaurano da subito un rapporto diverso con ognuno dei due.
Attenti ma non possessivi
Essere attenti e premurosi è fondamentale, diventare perfezionisti e maniaci ossessivi è deleterio.
E’ comprensibile il timore di sbagliare alla prima esperienza e di non essere all’altezza, ma questo è un vortice in cui non bisogna cadere.
Molto spesso dietro al desiderio di esserci c’è un velato bisogno di possesso da parte dei genitori.
Il compito degli adulti è quello di educare i figli ad essere autonomi, competenti e capaci di orientarsi e non quello di modellarli a loro piacimento.
Bisogna crescere bambini sereni, con un buon rapporto con i genitori e le persone che frequenta, capace di esplorare, di confrontarsi con i pari e di esprimere le proprie emozioni con consapevolezza, ed essere capace di fare da solo e con le proprie forze.
Quella dei padri è, come per le madri, un’esperienza umana nuova e ricca anche cal punto di vista della conoscenza.