Benvenuta estate.
Questa è certamente un’estate mai così attesa quanto strana. Questo è di certo l’anno dei cambiamenti, di nuove abitudini. E mentre le famiglie aspettano date certe e modalità didattiche per il nuovo anno scolastico, molte di loro hanno anticipato di gran lunga le vacanze estive, merito dello smart working, ma anche della necessità di evasione, soprattutto per i più piccoli, dopo il lockdown che li ha costretti in casa e lontani dagli amici.
Nuove abitudini
Proprio durante il lockdown abbiamo parlato dell’importanza di una routine quotidiana per i bambini, con qualche esempio su come riorganizzarsi al meglio stando a casa.
Ma ecco che con l’arrivo dell’estate ci troviamo di fronte a nuove abitudini, che richiamano vecchi schemi ma che in questo momento molto particolare si vivono con sensazioni molto diverse.
Le abitudini nei bambini sono considerate fondamentali perché danno a loro dei confini entro cui muoversi, una stabilità che permette loro di sviluppare abilità e competenze.
Ma è anche un modo per mantenere uno stato di tranquillità e di organizzazione mentale e quotidiana, favorevole sia per i bambini ma anche per gli adulti.
E quindi mascherine e distanziamento sono la nuova prassi e attenzioni e preoccupazioni talvolta ci assalgono e limitano la nostra libertà, e anche quella dei più piccoli.
Nuovi equilibri
A contrastare le nostre abitudini ci sono i cambiamenti, talvolta volontari, ma più spesso inconsapevoli o inconsci.
I cambiamenti sono delle alterazione delle nostre abitudini e dunque delle nostre certezze.
Non dobbiamo per forza pensare al cambiamento come qualcosa di estremamente nuovo o diverso, ma anche quelle piccole occasioni, anche ricorrenti che alterano la nostra routine.
Se pensiamo a questo preciso periodo possiamo parlare di grande cambiamento in riferimento alla chiusura della scuola e alla didattica a distanza, ma anche di piccoli cambiamenti come le vacanze o il trasloco nelle proprie case estive.
Che siano essi voluti ed estremamente attesi, o che si siano catapultati nelle nostre vite quotidiane senza che noi potessimo deciderlo, i cambiamenti possono portare scompiglio e ansie nei bambini come negli adulti.
Le riflessioni della psicologa
Il cambiamento: un problema o un’opportunità?
I giorni stavano scorrendo con un ritmo costante: i bambini correvano a scuola e gli adulti a lavoro! Improvvisamente è arrivato un grande STOP collettivo che ha fermato tutto: ecco che i bambini si sono ritrovati a casa così come gli adulti. Niente appuntamenti faccia a faccia, le abitudini ben consolidate si sono arrestate, gli adulti hanno iniziato a prendere confidenza con lo Smart Working e i bambini a fare i conti con le quattro mura domestiche che velocemente si sono trasformate nella loro scuola attraverso la didattica online. In seguito, il lockdown ha lasciato posto ad una libertà fatta di distanziamenti, norme igieniche, mascherine.
L’inizio del 2020 ha dato il via ad un vortice di cambiamenti che si sono susseguiti senza sosta.
Sappiamo bene che i mutamenti mettono a dura prova l’essere umano in quanto la nostra natura ci ha donato un meccanismo per la sopravvivenza: la capacità di adattarsi a situazioni e contesti. Quando un elemento della nostra vita cambia può creare preoccupazioni e pensieri perché siamo costretti ad abbandonare un adattamento ben consolidato. Si rompe un equilibrio basato sulla prevedibilità.
Come facciamo a definire se un cambiamento sia negativo o positivo?
Innanzitutto non dovremmo analizzare solamente l’evento chiave, ma la percezione di questo evento. Uno stesso accadimento può essere vissuto in modo più o meno negativo a seconda della persona.
Lo stress associato al cambiamento è dovuto anche al concetto di “fine- inizio”. Quando qualcosa cambia determinate dinamiche cessano di esistere e questo può produrre nel bambino e nell’adulto varie sensazioni: nostalgia, tristezza, preoccupazioni.
Tuttavia, siamo dotati anche di un’altra capacità: sapere accettare la fine per poter accogliere un nuovo inizio. Questa abilità può essere potenziata fin da bambini, senza forzare e senza imporre. Ogni persona ha bisogno dei suoi tempi per potersi adattare ad un nuovo inizio salutando la sua vecchia condizione.
È importante che l’adulto aiuti il piccolo ad elaborare i mutamenti per poter offrire strumenti concreti per affrontare la vita. Ricordiamoci che l’esistenza è un continuo intreccio tra cambiamenti e adattamenti. Attraverso l’ascolto, l’accoglienza e il dialogo possiamo accogliere le titubanze dei bambini di fronte ai cambiamenti per poter contenere le loro sensazioni più spiacevoli supportando il loro ragionamento legato agli avvenimenti. In questo modo alleniamo i piccoli alla resilienza.
Cosa succederà a settembre? Come saranno le nostre vite? E le nostre abitudini?
Non abbiamo risposte certe. Per affrontare la vita è importante accettare l’incertezza e focalizzarci sul nostro presente dando al qui e ora i nostri lati più efficaci. Non scordiamoci, però, di rimanere in ascolto di noi stessi e dei nostri bambini. La sofferenza e l’angoscia non vanno nascoste sotto il tappeto. Diamo importanza al confronto e all’ascolto per poter stare bene nel nostro presente.
Dott.ssa Cristina Minotti
La dott. Cristina è Psicologa dello sviluppo e dell’educazione e Tutor dell’apprendimento
Scrive di bambini, genitori e scuola su www.cristinaminotti.it
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